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Il territorio - L'agricoltura
Tratto da " Un paesaggio tra Alpi e Prealpi di Aldo Gorfer Edizioni CIERRE
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Brentonico e il Monte Baldo: una borgata tra le più antiche del Trentino meridionale e una montagna da sempre ponte naturale tra l’area veneto-padana e quella alpina. Brentonico appare nell'immaginazione come uno di quei felici paesi che vivono dentro i loro territori montani con sufficienza e armonia, come scrigni o piccoli mondi immersi in una loro incoscienza storica, come fosse veramente un mondo a sè, quasi una minuscola repubblica montanara. Poi Brentonico lo scopri dal vivo, bellissimo, così alto, troneggiante tra valli e monti, interessante, pieno di dignità, raccolto su un terrazzo pleistocenico accogliente, lungo le pendici di un monte dal nome favoloso: l'Altissimo.
Certo si trova anche la realtà di un paese di montagna, con le sue crudezze, come in un mondo incantato, come in un paese che sta meravigliosamente entro una nicchia geografica. Un piccolo spazio, quella nicchia, segregata, ma con una sua compiutezza. Un paese felice? No di certo; vi sono problemi, difficoltà e miserie come in tutte le zone della montagna prealpina. E vi avverti anche le pene della marginalità. Poi dall'alto dello splendido terrazzo si avvertono i rumori della sottostante vallata dell'Adige, i rumori della Storia, il pulsare di un'arteria importante del mondo. Così è Brentonico, così vive la sua vita, con intelligenza e profonda esperienza.
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Certo, come nicchia, Brentonico non ha mai avuto abbondanti risorse, anche se è nata proprio perchè la sua nicchia fatta di terrazzamenti e di pendici consentiva la sopravvivenza di una popolazione numerosa.
Quando però la Storia si è fatta troppo assordante e i modelli sono cambiati, quelle risorse non sono più bastate. Brentonico ha così dovuto rincorrere la Storia. Per questo sono dovuti partire quegli emigranti, primi rappresentanti di quel rifiuto della nicchia. Perchè questa fuga? Semplicemente perchè le nicchie
non bastavano più, i territori avevano risorse insufficienti e inadeguate rispetto ai modelli nuovi di vita e di lavoro. Lo sfruttamento del suolo e delle risorse primarie ha cominciato a rilevarsi insufficiente alle richieste della gente già alla fine del ‘700.
Sino ad allora la popolazione risolveva i propri problemi di sopravvivenza semplicemente restringendo al massimo i consumi o con il pendolarismo periodico verso i più attivi centri della Val Lagarina. Qui si potevano già trovare insediamenti lavorativi come l’attività del baco da seta, delle filande, della coltivazione e lavorazione del tabacco. Ma Brentonico sicuramente non è più quel piccolo mondo prealpino da cui un tempo la gente fuggiva per non tornarvi più, non è più il paese dei montanari che vivevano lavorando su poveri campi, allevando le mucche o le capre, condizione che sottintendeva radicalismo, chiusura e immobilismo.
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Brentonico ora sta dentro la modernità come gran parte dei centri della cerchia avanzata e privilegiata del mondo. E' ancora e sempre un paese che si estende sui monti, legato forzatamente ad una condizione naturale, ma vive dentro una dimensione più aperta, in una condizione che è pur sempre di privilegio. La sua economia si regge su una diversificazione notevole, che comprende il pendolarismo della manodopera verso il fondovalle, il turismo, le attività primarie. Sono tutte conquiste degli anni recenti cha hanno fatto dimenticare le difficoltà e le pene del passato.
La frammentazione fisica del territorio appare già ad una prima percezione panoramica; predomina quasi ovunque la piccola proprietà. Un primo paesaggio ben riconoscibile è quello dei ripiani dai profili ben distesi. Scavalcata la nicchia brentonicana si passa ai versanti meridionali della stessa dorsale, dove si ha uno dei più caratteristici paesaggi della zona, con le sue pendici riparate a nord ed esposte a mezzogiorno, che si infossano nelle fonde incisioni della Val Sorne. Ambiente aspro ma soleggiato, è tutto occupato dalla viticoltura su terreni difficili ma intensivamente trasformati dall’uomo con un’opera gigantesca di agricoltura realizzata con muri a secco. E’ un paesaggio estremamente spettacolare, tanto che fa pensare ad una grande gradinata. Le viti sono ben curate e qui si misurano tutta la pazienza e la capacità della piccola proprietà, sfruttando il luogo più soleggiato anche se morfologicamente più aspro di tutto il territorio di Brentonico.
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Al di là della valle, che sprofonda in basso verso il paese di Chizzola, la viticoltura sparisce, dato il più ridotto soleggiamento. Subentrano i campi occupati ancora prevalentemente dalla cerealicoltura, ed inseriti in essi si trovano lembi di bosco. Risalendo questo versante la campicoltura si riduce dando spazio a superfici a prato permanente e a bosco. Verso l’alto, oltre i 1200 metri di quota hanno inizio i pascoli d’alpeggio che giungono sin sulla dorsale superiore della località Polsa.Queste variazioni di paesaggio si estendono anche nella parte occidentale dell’Altopiano. Il paesaggio culminante della nicchia è quello del monte Altissimo, con le sue praterie, i suoi affioramenti rocciosi, le sue rotondità che terminano di colpo ad ovest, con i grandi dirupi che strapiombano sul lago di Garda.
Al frazionamento territoriale si accompagna in modo inscindibile quella dell’insediamento dell’uomo. L’area abitativa principale si raccoglie sull’alta dorsale della Val Sorne, quella dove sorge Brentonico, il capoluogo. Il grosso centro oggi appare come un abitato congiunto, ma in origine esso era formato da diversi borghi e nuclei disposti intorno alla spianata del Palù. Le contrade che lo compongono, Fontana, Lera, Vigo, sono degli agglomerati di case poste su terrazzi con accenni a disposizione a castelliere. Un altro nucleo più a sud del Palù e discretamente distanziato è il borgo di Fontechel.
L’attuale espansione edilizia ha saturato in parte gli spazi aperti che separavano le antiche contrade, creando così una situazione di continuità.
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Più in basso si pongono a cascata gli altri centri maggiori, in particolare Cazzano e Crosano. Cazzano è il tipico centro del territorio brentonicano: un aggregato di poche case intorno alla chiesetta, circondate da campi terrazzati, occupati in parte da foraggere in parte da vigneti, in bell’ordine. Nuovi edifici sono sorti in anni recenti accanto alle case del passato e, come ovunque, sono aumentati i servizi, mentre nel contempo sono stati ammodernati i collegamenti stradali che consentono la pratica del pendolarismo verso i centri industriali della Val Lagarina.
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Un’altra popolosa area insediativa è quella che si colloca nei ripiani posti all’interno della Val Sorne, caratterizzata da dorsali di biforcazione valliva. Su una di queste dorsali si trova Prada, la cui struttura abitativa si allunga in modo caratteristico sul culmine della dorsale stessa.
Sul versante meridionale della Val Sorne si colloca invece Saccone e inferiormente a quote più basse si pongono diversi gruppuscoli di case, formando il paese di Cornè. Sulla stessa dorsale ma collocato in fondo alla Val Sorne, si trova la frazione che dà il nome appunto alla valle: Sorne.
Appartato rispetto alle altre frazioni del comune di Brentonico, Castione fa storia a sé anche come effetto scenografico. Raccolto su uno sperone roccioso si trova invidiabilmente in una posizione panoramica, dominando la sottostante Valle di Loppio. Esso appare ancora ben conservato, piccolo centro che ha caratteristiche case in cui vi è spesso vistoso e sapiente il segno della locale tradizione lapicida. Tutti i nuclei abitativi si presentano come centri raccolti con le case addossate l’un l’altra. Non manca, nell’area brentonicana, la casa sparsa, ma in una forma di insediamento non molto diffusa.Oggi tutti questi nuclei hanno subito delle modificazioni, ma la loro struttura tradizionale è ben percepibile. Ciò anche grazie alla loro costruzione con pietre calcaree, agli archi di accesso alle corti, ai pontesèi di legno.
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