Circa 230 milioni di anni fa il territorio del Monte Baldo era occupato da un mare uniforme e poco profondo, le cui calde e limpide acque erano ricche di una fauna di molluschi, gasteropodi, ecc...Dallo studio dei fossili è possibile risalire alla sua storia nell'evolversi dei tempi.
Il Monte Baldo e le sue cime, allineate in fila da Nord a Sud, scendono ripide, da una parte verso le acque del lago di Garda, dall’altra verso le acque della vallata dell’Adige, configurando una massiccia dorsale rettilinea, che si presenta disgiunta dal resto delle Prealpi Venete. Geologicamente costituito da rocce sedimentarie, calcaree e dolomitiche, cominciarono a depositarsi sul fondale marino circa 200 milioni di anni fa. Un antico fondo marino ora è un duro sperone di roccia, ciò che si è sedimentato orizzontalmente ora è ripiegato e quello che prima si formava a livello del mare ora si trova in cima alle montagne, come i fossili che ci aiutano a ricostruire la storia della vita sulla terra. Sono affascinanti testimonianze di un passato che si perde nella notte dei tempi: decine, a volte centinaia di milioni di anni fa. Successivamente il plico di rocce stratiformi fu spinto da imponenti forze tettoniche, che sollevarono l’ossatura dell’attuale montagna. Le lingue glaciali del quaternario, lambirono il Baldo su tutti i lati e ne modellarono i versanti.
Qui, sul Monte Baldo, Alpi e Prealpi si incontrano, la grande vallata dell’Adige scende dal territorio mitteleuropeo ad immergersi in quello mediterraneo, il lago di Garda funge da unione fra regione alpina padana e regione veneta.
La nicchia brentonicana corrisponde ad una conca di escavazione laterale alla Val d’Adige. L’erosione ha scavato e approfondito il solco della Val Sorne e, procedendo in alto, ha isolato dei ripiani e delle cornici che, simili a gradini, si succedono sulle pendici dell’Altissimo. Grande merito di questa escavazione va attribuito senz’altro al torrente Sorna, che ha dovuto incidere il suo cammino per poter poi aprirsi una strada verso la vallata dell’Adige.
Tra questi ripiani spicca bellissimo e spettacolare quello di Corna Piana, ma che in origine era Krone, corona, termine che può essere assunto per disegnare in modo generico le orlature dei ripiani che movimentano il paesaggio brentonicano. Il monte Altissimo, sul cui versante si succedono questi ripiani, non è altro che il prolungarsi di un’onda marina pietrificatasi. Così come le onde, anche l’onda baldense non solo si è sollevata ma è anche parzialmente ricaduta frangendosi sulla cresta. Non è un caso che tra l’Altissimo e Monte Baldo veronese vi sia una finestra, una discontinuità: essa è rappresentata dalla Bocca di Navene, che corrisponde non solo ad un’erosione dovuta alla transfluenza in età pleistocenica del ghiacciaio baldense, ma anche al passaggio da una modalità di sollevamento ad un’altra. La grande dorsale Monte Baldo-Altissimo è, dal punto di vista geografico, come una grande barriera, od una quinta che fa da sfondo alla nicchia brentonicana, essendo allo stesso tempo la struttura portante, la base territoriale.
Tratto da “Brentonico e il Monte Baldo” di Vincenzo Passerini e Eugenio Turri