
Il Monte Baldo - I Fossili
di Alessio Bertolli
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In passato con il termine fossile veniva indicato qualsiasi oggetto estratto dal sottosuolo, compresi quindi tutti i tipi di roccia. Oggi invece il termine fossile indica ogni resto di organismo vegetale e animale, comprese le tracce delle sue attività, che si è conservato nelle rocce. Il Museo del Fossile del Monte Baldo "Collezione Osvaldo Giovanazzi" è situato presso i suggestivi avvolti dell'antico rinascimentale Palazzo Eccheli-Baisi di Brentonico. Lungo il percorso espositivo si trovano 40 vetrinette suddivise in sei sale, una delle quali dedicata interamente all'interpretazione dei fossili nella storia: dal mito alla conoscenza scientifica. 'elevato numero di specie rappresentate, provenienti tutte dalla ricchissima zona baldense, i delicati colori dei fossili e della roccia e la suggestiva ambientazione non mancano di stupire il visitatore. Nel Museo, ampie didascalie, disegni e pannelli esplicativi aiutano a conoscere i fenomeni che avvennero nell'area del Baldo fin da 230 milioni di anni fa. L'esposizione permanente, oltre a costituire per Brentonico un patrimonio culturale di grande interesse, vuole diventare per il visitatore, occasione di studio dell'ambiente baldense e, insieme, stimolo ad un maggiore rispetto dei suoi patrimoni naturalistici.
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L'esposizione paleontologica si deve soprattutto alla straordinaria scrupolosità di Osvaldo Giovanazzi, imbianchino di Brentonico, che dopo aver letto che sul "suo" Monte Baldo non esisteva alcuna traccia che potesse indicare l'esistenza di fossili, ha iniziato una meticolosa ricerca sul territorio. In quarant'anni di escursioni ha percorso tutti i sentieri dell'Altopiano, ha ispezionato anfratti, luoghi mai battuti da nessuno e ha pazientemente estratto centinaia e centinaia di fossili che poi ha trasportato sulle spalle quasi sempre a piedi e da solo a casa. Dopo ore ed ore di lavoro meticoloso in soffitta per liberare con uno scalpellino i reperti dalla roccia, di notti trascorse a imparare da autodidatta tutto quanto trattasse di fossili, è riuscito a dare origine ad una ricchissima collezione personale di indubbio valore. Nonostante le pressanti richieste, non ha mai voluto vendere alcun fossile; anzi ha donato alla Comunità brentegana il primo nucleo più significativo dei suoi reperti, a cui si sono aggiunti, nel corso degli anni, molti altri pezzi della sua cospicua raccolta. Egli modestamente ha sempre ricordato che "occorre spendere la vita per qualcosa che duri nel tempo, oltre la vita stessa, per il bene della società". Le rocce si definiscono come aggregati di minerali; esse sono classificate in base alla loro origine e si distinguono in:
1. Ignee. Derivano direttemente dal raffreddamento del magma sia superficiale che profondo.
2. Sedimentarie. Si originano dalla deposizione e successiva compattazione dei prodotti di disgregazione e alterazione di rocce preesistenti.
3. Metamorfiche. Derivano da rocce preesistenti che subiscono modificazioni cristalline dovute in genere ad aumenti di temperatura e/o pressione spesso correlati alle fasi di formazione di una catena montuosa.
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La Paleontologia, scienza che studia i fossili, prolunga nel passato le investigazioni della Zoologia e della Botanica: è insomma la Biologia del passato. Solo una piccolissima parte degli organismi vissuti un tempo si è conservato allo stato fossile. Tutti gli esseri viventi infatti, dopo la morte, se sono abbandonati sul suolo o immersi nell'acqua, non tardano a scomparire senza lasciare alcuna traccia. Le loro parti molli vengono rapidamente decomposte dall'aria libera, dai fattori atmosferici e dagli agenti biologici; le parti dure, scheletri e conchiglie, invece, possono conservarsi per alcuni anni prima di essere distrutte. Infatti le spoglie di un essere vivente diventano un fossile solo se vengono rapidamente sepolte dai sedimenti e quindi sfuggono agli agenti di distruzione. L'ambiente subacqueo risulta essere il più favorevole alla fossilizzazione . La copertura di un organismo da parte di un sedimento risulta però essere una condizione necessaria per la sua conservazione. Le parti molli sono conservate in rarissimi casi, mentre esistono vestigia abbondanti di parti dure: gusci e conchiglie calcaree, gusci e scheletri silicei, scheletri calcarei, sostanze organiche dure. Solamente le rocce sedimentarie possono conservare al loro interno dei fossili; i processi di formazione di una roccia metamorfica o ignea hanno infatti distrutto completamente qualsiasi traccia di organismi. I fossili rappresentano le uniche testimonianze rimaste degli organismi che popolarono la Terra nelle passate ere geologiche e ci forniscono la prova tangibile dell'evoluzione delle specie. Esse ci permettono inoltre, a milioni di anni di distanza, di riconoscere le caratteristiche morfologiche delle specie a cui appartengono, di comprendere quali erano gli ambienti in cui vivevano e le variazioni di questi nello svolgersi del tempo.
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Alcune specie di fossili facilmente riconoscibili, che hanno avuto una distribuzione areale e che sono esistiti per un periodo di tempo relativamente breve, sono detti fossili guida. Essi permettono di datare le rocce nelle quali si trovavano e di fare delle correlazioni fra corpi sedimentari situati in posti anche molto distanti tra loro. Il Museo del Fossile di Brentonico costituisce uno dei pochi esempi, nella provincia di Trento, di collezione paleontologica pubblica rappresentativa di una specifica area geografica: il Monte Baldo Settentrionale. Il museo rappresenta un importante punto di riferimento per quanti vogliono conoscere il Baldo nelle sue particolarità naturalistiche. I diversi fossili hanno dimensioni molto varie, da qualche millimetro negli organismi unicellulari ai 152 cm di circonferenza dell'ammonite maggiore.
Una menzione particolare merita l'androne dedicato al giacimento fossilifero delle Sorne, i cui reperti sono tutti fossilizzati in tufo basaltico, nero-chiaro, indice di un particolare ambiente di sedimentazione. Durante l'Ecocene infatti, c.a. 45 milioni di anni fa, nonostante la collisione fra le placche Africana ed Europea, nel Trentino meridionale si completò una fase distensiva che originò profonde fratture che spaccarono la crosta terrestre. Da esse risalirono con violenza grandi masse di lava, che si espansero periodicamente sul fondale marino avvelenando così l'acqua. In alcune località del Monte baldo, le lave vennero erose dalle onde e trasformate in detrirti all'interno dei quali rimasero intrappolati milioni di organismi marini.
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Da esse risalirono con violenza grandi masse di lava, che si espansero periodicamente sul fondale marino avvelenando così l'acqua. In alcune località del Monte baldo, le lave vennero erose dalle onde e trasformate in detrirti all'interno dei quali rimasero intrappolati milioni di organismi marini.
Alle Sorne, una piccola località del comune di Brentonico, sono state rinvenute numerose specie di fossili, appartenenti a diversi gruppi sistematici tra cui bivalvi, coralli, gasteropodi e ricci di mare perfettamente conservati nella roccia nerastra.
Le ammoniti
I fossili più significativi della collezione museale, sia come varietà di specie che per consistenza di numero, sono le ammoniti. Il loro nome deriva probabilmente da una divinità egizia, Ammon, che veniva raffigurata con la testa di ariete, le cui corna avvolte a spirale assomigliano appunto alla conchiglia delle ammoniti.
Esse appartengono a un gruppo di molluschi cefalopodi, oggi estinti, che abitarono i mari durante l'era Paleozoica e in tutta l'era Mesozoica. Le ammoniti, ebbero un notevole successo adattativo e quindi un'ampia distribuzione nelle acque del pianeta. Esse si estinsero alla fine del Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa, nello stesso momento in cui scomparvero anche i dinosauri. A tutt'oggi il motivo di tale estinzione non è stato ancora del tutto chiarito.
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I fossili sono infatti noti all'uomo da moltissimo tempo, ma le spiegazioni riguardanti la loro origine sono state alquanto stravaganti: un mezzo del demonio per ingannare l'umanità, esercizi di allenamento di Dio, scherzi di natura provocati da misteriose forze vitali capaci di imitare nella pietra forme viventi, resti di creature annegate durante il Diluvio Universale, ecc. Solo Leonardo da Vinci e pochi altri intuirono la vera natura dei fossili.
" I fossili sono resti di animali marini che hanno vissuto nel luogo in cui ora si trovano i fossili stessi... Questi resti non possono essere collegati al Diluvio Universale, poichè in questo caso essi si troverebbero in un unico strato e non, come di fatto avviene, negli strati più diversi, posti sia ai piedi delle montagne che sulle loro cime ". Leonardo da Vinci -Codice Leicester (1508-1509)
Soltanto verso la fine del Seicento cominciò ad acquistare ampio credito la teoria, secondo la quale i fossili altro non erano che i resti pietrificati di organismi viventi.
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