Attorno alla marcata incisione della Sorna, tra i 400 e gli 800 metri, si stendono i centri urbani del brentonicano. Sul profilo sinistro, Sorne, Crosano, Cazzano, Fontana, Lera, Vigo, Fontèchel, S. Giacomo a 1200 metri, e affacciato sulla Valle del Cameràs, Castione che fa storia a sè. Sul profilo destro, Prada, Cornè, Saccone e abbondantemente sopra i mille metri, le stazioni sciistiche di S. Valentino e la Polsa. Il versante sinistro è il più soleggiato, per questo gli agricoltori primitivi lo preferirono al destro come primo luogo di insediamento. Attorno ai villaggi i brentegani organizzarono campi di granaglie, strappando alla boscaglia ogni plaga coltivabile; con costanza e sudore modellarono nei secoli i larghi terrazzi morenici, costruendo muri a secco d’alta fattura. Si curarono delle viti che donavano vino e acquavite, bevande che alleggerivano le giornate di fatica. Con vanghe e zappe ma anche con mezzi più complessi, quali l’aratro e l’erpice, i brentegani spianarono il terreno e lo liberarono dalle erbe cattice, affinchè frumento, grano saraceno, segale e patate potessero crescere e soddisfare la fame dei contadini. Oggi tutto è meccanizzato, gli animali da soma sono sostituiti da potenti trattori, e la fuga dalle montagne verso la valle industrializzata ha provocato lo scadimento di molti terreni una volta coltivati, oggi ridotti a selve lussureggianti.