
Il territorio - La Storia
Testo tratto da “Il Vicariato di Brentonico” di Silvino Pilati
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Brentonico è un paese assai antico; le sue origini pare risalgano ai tempi dei gallici, cioè a qualche secolo prima di Cristo. E’ pur vero che questa opinione non ha l’appoggio di documenti storici e che l’unico argomento, il quale può mostrare l’antichità del luogo lo si ha nel nome che porta.
Nei codici della storia dei Longobardi di Paolo Diacono, questo nome si riscontra sotto tre forme diverse: Bremtonicum — Brentonicum — Brettonicum. Quanto a Brentonicum si potrebbe allegare in suo appoggio i molti nomi dove entra l’elemento —Brent — (Brenta — Brento — Brentino — Brentosano — Brens — Brenthonne); potrebbe notarsi inoltre, che nelle carte veronesi e trentine si legge sempre Brentonicum.
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A quale provincia sia stato aggregato il territorio brentonicano prima del 500 di Cristo non si può dire con certezza. Sembra che siano stati i Romani i primi ad attraversare il Baldo con eserciti regolari tramite la via " Placentia " di cui resta tuttora il toponimo di " Piasenza " a ridosso del passo del Cerbiolo: questo potrebbe spiegare l'insediamento romano di Avio, come base naturale dopo un viaggio non certo agevole. Così pure per la stessa via, secondo lo storico Paolo Diacono, i Franchi raggiunsero la Pianura Padano-Veneta. Quindi per la stessa via calarono dal nord gli eserciti di Carlo Magno e successivi imperatori del Sacro Romano Impero.
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Quello che abbiamo di certo è, che nel 590 dopo Cristo Brentonico viene chiamata da Paolo Diacono “Terra del territorio trentino” e che da questo punto in poi la Vicaria di Brentonico fece sempre parte del Ducato prima, e più tardi del Principato di Trento.
Il Ducato di Trento fu soggiogato dai Longobardi e continuò a far parte del regno italico fino all’anno 774. Che cosa sia successo di particolare sul Brentonicano fino dopo il 1000 non è assolutamente noto. Nel Vicariato di Brentonico la più antica famiglia, che la storia ricorda, è quella di un “ Uberto da Brentonico“ la quale signoreggiò fino verso i primi del 1300. Il più vecchio documento conosciuto che parla di questa famiglia è dell’anno 1174, dove si legge che Uberto da Brentonico ebbe in locazione da Manfredo de Albaro di Verona una casa nel sobborgo di S. Stefano.
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Intorno al 1200 appare in Brentonico anche la famiglia dei Castelbarco e da questo punto in poi i Castelbarco non abbandonarono più Brentonico, anzi cercarono di allargare sempre più i loro possedimenti, di accrescere la loro potenza, con l’idea sicura di avere più tardi la signoria di tutta la Valle della Sorna, specie dopo la compera fatta da Guglielmo di tutti i beni, che i Signori di Beseno possedevano su quel di Mori e nella Valle della Sorna (1303). Guglielmo è figlio di Azzone ed è quello che per i brentonicani è chiamato Guglielmo I°. Egli fu uomo potente, temuto, onoratissimo e molto ricco e astuto politico. Amico dei potenti ed alleato dei forti, sfruttò queste relazioni tutte a vantaggio della sua famiglia, per cui lo si può chiamare il fondatore della grandezza dei Castelbarco. Morì il 6 Gennaio 1320 ed il suo corpo fu trasportato con grandi onori a Verona e sepolto in un’arca marmorea, posta sopra la porta del chiostro di S. Anastasia. Terminata con la morte di Ettore di Castelbarco la prima dominazione nel Vicariato di Brentonico, nel 1411 la Repubblica veneta prese solenne possesso e si proclamò Signora di Ala, Avio e Brentonico. Quasi un secolo durò in Brentonico il regime della Repubblica Veneta, ed è certo che sotto il vessillo di S. Marco, Brentonico godette grandi libertà, molti privilegi ed ebbe prosperità.
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Furono le truppe di Carlo V che, prima di conquistare Roma e metterla a sacco nel 1527, aprirono quella strada che porta ancora il nome del celebre imperatore. Sullo stesso tracciato, grosso modo, si snoda la strada chiamata " Generale Graziani ". La Carlo V o Via Imperiale risuonò nel 1702 dei canti di guerra dell'armata francese del Vendome e, 94 anni più tardi, di quella di Napoleone, due condottieri funesti per le zone della Vallagarina e Monte Baldo.
Gli abitanti della montagna, dopo l’estinzione della I^ linea di Castelbarco, e dopo aver subito diverse dominazioni, nel 1663 il ritorno del nome dei Castelbarco fu dai Brentonicani salutato con vera soddisfazione. E per verità i Castelbarco diedero al Vicariato di Brentonico delle ottime istituzioni, rispettando sempre e scrupolosamente le libertà comunali; amarono la giustizia e vollero che fosse amministrata con esattezza, pensarono al bene morale e materiale della popolazione, non furono mai despoti o tiranni; diedero lustro al paese e lo fecero capo degli altri Vicariati e sede del Tribunale di giustizia.
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Nel 1700 ebbe inizio la cosiddetta guerra della successione tra la Francia, la Spagna e l’Impero Germanico e anche i Vicariati devono subire la dolorosa conseguenza di questo sanguinoso duello (1700). Fra i capitani delle truppe Franco-Spagnole, colui che ai Brentonicani lasciò una tristissima memorie di sé e dei suoi soldati fu Vendòme. Egli dalle pianure veronesi dov’era accampato coll’idea di unirsi a Trento, venne su per il Monte Baldo, ed il primo paese del Trentino che incontrò fu Brentonico .Qui non trovò nessuna resistenza, ma perché apparteneva ad un principe dell’Impero, Vendòme lo trattò come luogo di conquista, ordinò ai suoi soldati il saccheggio totale e volle distrutto l’unico monumento della potenza dinastiale dei Castelbarco, il Castello Maggiore (1705).
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Tutta la parte settentrionale del complesso montuoso fu nel medioevo giurisdizione civile trentina o patrimonio ereditario dei Castelbarco, sia quali feudatari del principato vescovile tridentino, sia come " patroni " delle due pievi di Avio e Brentonico. Ad un Castelbarco si deve anche la fondazione del santuario della Madonna della Corona, in posizione assai ardita a 774 metri, sopra Brentino nel veronese.
Dal 1411 al 1508 la catena baldense passò con tutta la Vallagarina sotto il dominio di Venezia, durante il cui governo le comunità di Avio, Brentonico e Mori poterono consolidare le loro basi giuridiche, tanto che nel 1540, insieme al Ala, esse costituirono i " 4 Vicariati " che goderono di una relativa agiatezza derivante da una certa autonomia dai Madruzzo, Principi Vescovi di Trento. Nel 1654 i " 4 Vicariati ", compreso l'attuale territorio trentino baldense, ritornarono al ramo superstite dei Castelbarco, sia pure come feudatari minori dell'impero.
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Dopo lo sconvolgimento delle guerre napoleoniche ( 1796-1814 ) il Monte Baldo tornò all'impero, poi divenuto " Austro-Ungarico ", dal quale fu riscattato dall'Italia nel 1915: infatti pochi giorni dopo l'entrata in guerra dell'Italia ( 25 maggio 1915 ) il Monte Baldo era già occupato dalle truppe tricolori, che vi rimasero sino alla fine del 1918. Il Baldo fu relativamente risparmiato dai combattimenti della Grande Guerra, e tuttora rimangono come testimonianze di quattro anni di fatiche località fortificate come:Monte Vignola, Corno della Paura, Monte Altissimo, Monte Varagna, Cima Valdritta, ( strade, gallerie, trincee, fortificazioni varie, postazioni ), dalle quali il visitatore può rendersi conto non solo della genialità delle opere, ma anche della insipienza umana.
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