
Il territorio - Le malghe
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Nell'Altopiano di Brentonico le malghe hanno un'importanza basilare sia per l'economia agricola sia per la possibilità di sviluppo turistico. Infatti non tutte le malghe dell'Altopiano, sono caricate a bestiame; qualcuna è stata addirittura abbandonata, ma altre sono state ristrutturate e trasformate in accoglienti locali adibiti ad agriturismo. L'elevato numero di malghe, 24 per l'appunto tra pubbliche e private, per un territorio relativamente piccolo come è l'Altopiano di Brentonico, testimonia il fatto che una peculiarità dell'Altopiano stesso sia sempre quella di essere stato al centro di importanti vie di comunicazioni fra la pianura Padano-Veneta ed il territorio prealpino.
Ogni malga dell'Altopiano è inserita splendidamente nel contesto della montagna Baldense, permettendo così anche di valorizzare quel paesaggio alpino che altrimenti verrebbe soppraffatto nell'arco del tempo da bosco e piante varie.
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Così l'area prativa verrebbe a mancare con il conseguente degrado ambientale causato dall'incuria e dal non continuo disboscamento. La malga, una volta chiamata anche montagna, ha rappresentato in epoca moderna il primo storico insediamento che Brentonico ha avuto in quota.
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Gli attuali edifici evidenziano un patrimonio unico e gli ecosistemi che troviamo compresi all'interno di ciascun territorio malghivo sono quanto mai in sintonia con la vita stessa. Una rete di strade selciate, tutt'ora ben visibili, collegano la prateria montana, le malghe ed i boschi ai villaggi. Venivano usate per la migrazione della fienagione, usanza delle società rurali alpine. Antichi ordinamenti inerenti la conduzione dei pascoli e dei boschi regolavano, oltre che il taglio della legna, le stagioni dell'alpeggio e della fienagione. Severamente vietato era il taglio dei faggi, riservati alle malghe per uso e ricovero degli armenti. La transumanza era praticata nell'alta valle: i pastori scendevano d'iverno in pianura con le pecore. La tradizione della transumanza è rimasta viva sino a poco tempo fa, e a Prada si ricorda ancora che nel secolo XIX era abitata nella maggior parte da pastori.
La malga ha permesso il mantenimento di un equilibrio fra uomo ed ambiente circostante, che ancor oggi possiamo riconoscere.
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La malga dell'Altopiano di Brentonico è composta da diverse infrastrutture tra cui:
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La casèra
che costituisce l'ambiente più significativo della malga, dove viene depositato e fatto "maturare" il formaggio. Essa è costruita con pietre normalmente a vista e con il tetto a due spioventi ricoperto in lastre di calcare più o meno grandi. La bellezza architettonica sta proprio nel fatto che tutte le casere del Monte Baldo sono ricoperte in questa maniera. Non sempre però la casera fa parte integrante del nucleo della malga, spesso essa è dislocata a poche centinaia di metri. L'interno è suddiviso in due locali di cui il primo all'entrata è sempre più piccolo, e serve per la periodica salatura del formaggio; l'altro ha una volta a botte ed è il locale in cui si conserva il formaggio sino alla fine dell'alpeggio.
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Il baito
che è l'ambiente in cui i pastori o malgari usufruiscono per viverci, per mangiare, per dormire la notte o per riposarsi durante il giorno. E' una solida costrizione in pietra con il tetto a due spioventi e non sempre ricoperto di lastre come per le casere. L'interno normalmente è a più stanze,che vengono usufruite o come cucina con relativo "fogolar" per la cagliatura del latte,Un'altra stanza adibita a deposito del latte in apposite bacinelle per poi poter raccogliere la panna per ricavare il burro; tavolo e banche in legno, oppure altre stanze adibite a camerette per il riposo quotidiano e notturno.
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La porcilaia
che è invece una stalla dove trovano rifugio gli altri animali della malga come capre e pecore, e dove i maiali vengono allevati e nutriti con i sottoprodotti della malga. In una apposita stalletta della porcillaia viene accudito un toro per poter usufruire della copertura delle vacche. Ora le malghe rappresentano un tassello di storia e tradizione che consente di tenere pulito il territorio alle alte quote, permette il non impoverimento delle specie botaniche e animali, rappresenta patrimonio inestimabile di cultura e, perchè no, di percorsi naturalistici e gastronomici.
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