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I centri abitati - Prada
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Un’altra popolosa area insediativa è quella che si colloca nei ripiani posti all’interno della Val Sorne, caratterizzata da dorsali di biforcazione valliva. Su una di queste dorsali si trova Prada, la cui struttura abitativa si allunga in modo caratteristico sul culmine della dorsale stessa. Il paese è allungato lungo la strada che scende a Cornè, dove l'allineamento delle case si attesta su d'un gradino roccioso dividendo toponomasticamente il villaggio in due piccoli agglomerati: Piani e Sottoprada. E’ il paese più alto del Brentonicano e giace sul versante settentrionale della Valle della Sorna, ai piedi del Monte Vignola.
La tipologia edilizia tradizionale di Prada si svolge con edifici a corte. Corti che sono di dimensioni ridotte, e così è per le abitazioni
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Ne consegue un austero e sobrio paesaggio da villaggio agricolo montano. Sulle corti interne gli affacci sono muniti di ballatoi e poggioli verso i lati meglio soleggiati, vale a dire di mezzogiorno e di mattina.
Nella sua semplicità costruttiva riporta, seppure in maniera umile e dimessa, gli elementi tipici dell’architettura della regione di Brentonico. Le stesse sovrastrutture lignee ripropongono in maniera ridotta il “pontesèl” e il “balaòr”. In tale austerità costruttivasi ravvisa con evidenza la differenziazione tra i villaggi in destra e quelli in sinistra del torrente Sorna. Nel complesso la struttura urbana di Prada conserva il suo antico assetto. All’espansione moderna sono destinate le aree marginali del vecchio tessuto eseguite per lo più con opere di ampliamento degli antichi corpi di fabbrica.
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La chiesa di S. Maria Maddalena
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La Chiesa dedicata a S. Maria Maddalena, opera del XVI secolo, è, nella sua modestia, una significativa chiesa di villaggio montano; ma a dire il vero non ha nessun valore artistico. Quel poco di bello che si vede sta tutto negli altari, i quali escono dalla scuola dei bravi architetti castionesi. Quello maggiore è corredato dalla balaustra che chiude il presbiterio. I due altari ai lati sono dedicati alla Madonna e a S.Giuseppe i cui simulacri lignei moderni sono contenuti in nicchie. L’interno è austero, ma accogliente e la concezione architettonica è essenzialmente tardorinascimentale. Di origine medievale, la prima notizia conosciuta è del 1456, fu nel 1622 elevata a rettorìa della pieve di Brentonico a causa della distanza dalla sede parrocchiale, distanza calcolata in un’ora di severo cammino, tempo permettendo.
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Ma già prima le era stato concesso il battistero (1532) che tuttavia, poteva essere usato solamente in “casi di estrema necessità”. In tutti gli altri i nati dovevano essere portati alla Pieve di Brentonico.
E’ interessante notare come nel 1541 i visitatori vescovi veronesi ordinassero al sacerdote custode della chiesa di provvedersi di due libri “per la descrizione delle anime”. Nel 1718 si custodivano in sacrestia il “Libro dei battezzati”, il “Libro dei matrimoni”, il “Libro dei morti”, i “Libri dei legati”, detto “stato delle Anime”, delle Messe, dei conti tenuti dai massari. L’archivio parrocchiale andò disperso durante la prima guerra mondiale.
Lavori di ampliamento furono eseguiti nel 1828. Danneggiata durante la guerra 1915-1918 fu negli anni Venti oggetto di nuovi restauri. Nel 1992 fu oggetto di un altro attento restauro.
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