La regola più alta del Brentonicano, “Prada”, si stende su una dorsale pianeggiante, scavata ai lati dalle gole della Sorna e del torrente Lodrone. Una cupa leggenda narra che le prime case di Prada furono costruite da una masnada di briganti, capeggiati dalla famosa Donna Giulia.
Al principio dell’abitato si trova una robusta edicola dipinta su tre lati con le effige dei Santi Rocco, Valentino e Antonio Abate. L’epigrafe rammenta: ”Questa opera fu fata per voto de la vicìnia de Prada per il male contagioso de bestiame de ano 1735”. Come Saccone, Prada fu un paese a vocazione silvo-pastorale, ma pochi allevatori si sono adeguati alla rivoluzione delle tecniche, tanto che le attività del primario sono state soppiantate dalla distribuzione dei servizi. Il turismo estivo, in particolare, si è rivelato una scommessa vincente per rilanciare la vivacità del villaggio.
L’antico tessuto urbano di Prada è stato rispettato, le case ristrutturale hanno mantenuto l’aspetto dicotomico tradizionale coi ballatoi verso il luminoso sud, con la facciata spoglia verso il gelido nord.
Tre fontane di cemento, costruite negli anni ’20 del ‘900 abbelliscono Prada; esse in passato servivano come abbeveratoi comunitari. La sobrietà del nucleo urbano è stemperata dalle Madonne dipinte da artisti locali sulle pareti di alcuni edifici, come sulla canonica. Di fronte a queste nicchie votive “I praesi de stì ani” in sosta supplicavano i Santi e la Madonna. Anche il profilo della chiesa, dedicata a Santa Maria Maddalena è semplice e ordinato. Il presbiterio è costituito da tre altari di marmo castionese chiusi da una balaustrata. La chiesa è di matrice medievale, ma la concezione architettonica interna è tardorinascimentale.
Prada è un tipico paese di strada; i suoi nuclei storici, “Piazza, Alle Coste, Piazzòla”, sono disposti lungo l’antica via che dai Masi delle Pozze scendeva a Cornè; più in basso, su un percorso secondario, si sviluppa Sottoprada.