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I centri abitati - Saccone
Tratto da Saccone di Brentonico
di Claudio Busolli edizioni Amorth – Trento
Brentonico e il Monte Baldo di Giuseppe Gorfer Edizioni Cierre
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Sul versante meridionale della Val Sorne si colloca Saccone. L'abitato di Saccone è organizzato a nuclei sparsi sulle pendici settentrionali del monte Vignola. L'ampia radura aperta nel bosco attorno all'abitato è a forma di terrazzamenti, disegnando così una dolce scalinata dove si inseriscono i casolari ed il grosso del villaggio. In alto, nelle radure innevate, sono dislocati i masi, residenze pastorali temporanee che danno un espressivo toponimo alla zona al Mont. Le caratteristiche tipologiche della dimora rurale, a Saccone si fanno più che mai austere avvicinando i caseggiati di questa frazione a modelli costruttivi più massicci, caratteristici di climi più rigidi e di un'economia più povera. Saccone è un minuscolo paese del comune di Brentonico in provincia di Trento. Non è certo segnato sulle carte geografiche, per trovarlo bisogna scendere al livello di carte topografiche. Da quassù si abbraccia un vasto panorama che comprende la conca di Rovereto, i nevai del Brenta e fino ai monti di Trento. Al visitatore Saccone appare unito, raggruppato dietro la sua Chiesetta. I nuclei che compongono Saccone sono sparsi sul versante settentrionale del Monte Vignola, positura che nei mesi invernali è priva quasi interamente di sole. Tale particolarità ambientale e climatica ha condizionato la tipologia sia delle dimore che degli aggregati. Questi ultimi, molto compatti, sono attraversati da profondi androni nei quali si aprono gli accessi alle cantine e alle abitazioni. Le ampie zone “coperte” che si contrappongono a quelle “scoperte” dei villaggi in sinistra Sorna, riflettono la severità climatica e, conseguentemente economica, una marcata tendenza verso una economia pastorale. A Saccone, come del resto a Prada, la pastorizia era in passato l’attività predominante.
L’ampia radura aperta nel bosco attorno all’abitato è terrazzata; disegna una dolce scalinata dove si inseriscono i casolari. Sede di pendìo a nuclei sparsi, Saccone con la contrada dei Gianèti, è al limite permanentemente abitato, con i suoi 782 metri sul livello del mare, più elevato di Brentonico. Costituita da cellule abitative affiancate, ricorda, e forse ne ricalca anche i caratteri funzionali, i nuclei abitati dei pastori dlla regione più meridionale del Monte Baldo. Il complesso edificato ha subito profonde trasformazioni che hanno mutato in parte la sua fisionomia. Gli accessi alle abitazioni erano, come lo sono tuttora, da monte mentre a valle un lungo porticato segnava gli accessi alle stalle e cantine seminterrate.
La contrada del Dòs è attraversata da profondi androni nei quali si aprono gli accessi alle abitazioni e alle cantine. Le corti, se presenti, sono di dimensioni assai ridotte e più povere di elementi costruttivi caratteristici. La stessa esposizione, quella settentrionale, pone rigidi vincoli organizzativi e funzionali. Non ci si meravigli più di tanto se un paese montano e così piccolo non trova gran posto nella storia anche se minuta. Pertanto mancando molto di storia, la leggenda di Saccone è assai diffusa. Essa racconta che un tempo c’erano qui dei masi di proprietà di quelli di Crosano: questi coltivavano nella buona stagione dei campi prevalentemente le patate. Per portare poi il prodotto al loro paese dovevano scendere a Cornè per poi risalire l’altro versante della Sorna: percorso questo che poteva essere fatto solo a piedi, ed i sacchi del prodotto dei campi a schiena di asino o di mulo. La popolazione di Cornè vedendo questi contadini passare e ripassare con questi sacconi carichi di patate, li chiamarono Sacconi.
In seguito, per alleviare anche la fatica, tutti questi contadini di Crosano si stabilirono in questi masi di loro proprietà, dando così alla località il nome di “Saccone”.
A confronto delle notizie storiche, questa leggenda darebbe solo un significato al nome del paese; ma il nome di Saccone, presente ancor prima del 1500, non può essere riferito alle patate, perché provenendo queste dall’America (scoperta nel 1492) diventarono coltura nel Trentino dopo il 1750 e sull’Altopiano di Brentonico durante l’epoca Napoleonica.
Può darsi che gli abitanti di uno o più di questi paesi e valli avessero costruito nelle radure le loro capanne di pastori e col tempo avessero incominciato ad abitarvi permanentemente, coltivando qualche pezzo di terra. Il Lorenzi fa derivare il nome Saccone da “sacco”, come dire strada che si termina, senza proseguimento. Lo Snheller, citato dallo stesso Lorenzi, lo vorrebbe derivato da Sachsen, cioè sassone, della Sassonia, regione tedesca, quasi fosse una colonia tedesca sulla destra Adige al tempo che si insediarono Mocheni, Luserni, Cimbri. C’è poi da dire che i nomi terminanti in “one”, frequenti nella nostra regione, sono considerati di origine Gallica, ma ciò difficilmente quadra con il paese di Saccone di origine ben più recente. Un primo accenno storico documentato si può trovare nel dizionario del Lorenzi che cita Christofolo de Sachono nel 1492.
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La chiesa di S. Anna
E’ un piccolo edificio tardoseicentesco al margine occidentale della contrada Césa e il campaniletto ha un tettuccio a quattro bassi spioventi coperti di coppi. L’interno è ad aula, a volta a botte, con due campate. Sotto la finestra alunetta di fondo è dipinta la data del 1689. L’altare è di marmi castionesi e il tabernacolo è ricavato in un blocco di calcare foderato all’esterno da intarsi marmorei policromi. Sulla parete di fondo si può ammirare l’ancona lignea scolpita, dipinta, dorata, appesa nell’abside con all’interno la pala di S. Anna. Al tempo in cui la chiesa fu eretta a spese della vicìnia, i lavori iniziarono nel 1668, Saccone contava 342 “anime”, 212 delle quali “da comunicare”. Fu benedetta il 20.02.1694 e nel primo ventennio del secolo successivo aveva un altare il legno, indorato con l’immagine di S. Valentino, S. Anna, e S. Maria Maddalena. Più tardi, nel 1762 si fa menzione di una “custodia” riposta sull’altare, che era stato ricostruito in marmo, con le reliquie di S. Anna e della Santa Croce.
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