Il villaggio di Saccone è posto sul versante settentrionale del Monte Vignola a circa 750 metri d’altezza, tra le Valli del Lodròne e dei Berti. Nei boschi attorno a Saccone si incontra ancora qualche spaccalegna occupato a ridurre in cespi un fusto d’albero; poco lontano si assapora un’altra atmosfera bucolica: un gregge di pecore. Vivaci sono tutte le attività legate all’allevamento del bestiame; la pastorizia a Saccone è tradizione.
Una volta qui a Saccone c’erano parecchie piante di ciliegio. Si produceva anche 200-250 quintali di ciliegie di tre qualità ben specifiche: la Veronese, la Mora, e la Saccona.
Il paesino di Saccone è a nuclei sparsi, ogni contrada presenta dimore compatte e massicce con modeste corti. L’austera organizzazione dell’abitato concorda con il rigore climatico dei luoghi che d’inverno sono solo sfiorati dai raggi solari. La contrada dei “Gianèti”, la più elevata di Saccone, è quella che meglio rimanda alla tipologia insediativi arcaica. I corpi delle case, allineati, sono attraversati da una profonda galleria a volta.
Al margine della contrada “Césa” si trova la chiesa di S. Anna, eretta alla fine del 1600. Appesa nell’Abside la Pala raffigura S. Anna; l’altare e il tabernacolo sono di marmi castionesi. Poco distante dalla chiesa una fanciulla in bronzo legge triste i nomi di tanti caduti in guerra.
Saccone è il balcone destro dell’Altopiano, forse la sua austera bellezza, eccetto il legame ancestrale con la montagna, hanno convinto molti figli di emigrati in valle a ristabilirsi nel villaggio.