L'idea di imbrigliare la forza dell'acqua per azionare macchinari ed utensili risale a tempi remotissimi e la sua applicazione pratica, i mulini, utilizzata per almeno 2000 anni, fino all'era industriale, all'avvento dei motori a combustione e l'energia elettrica e, per applicazioni artigianali, anche fino a qualche decennio fa.
La diffusione della ruota ad acqua per le attività pre-industriali si estese molto lentamente, con periodi di regressione dovuti alle invasioni barbariche del V e del IX secolo.
Fu però solamente a partire dall'XI secolo che la stabilità politica, la relativa prosperità economica e la notevole crescita demografica, posero le condizioni per un rapido imporsi delle attività artigianali e la crescita prepotente della produttività, con conseguente necessità di forza motrice per i primi, rudimentali ma efficaci, macchinari.
Un mulino ad acqua o mulino idraulico è un impianto destinato ad utilizzare l'energia meccanica prodotta dalla corrente di un corso d'acqua, condotta alla ruota del mulino tramite una canalizzazione. I mulini, pur mantenendo caratteristiche tecnologiche comuni, erano strumenti studiati di volta in volta alla destinazione d'uso funzionale ai compiti che dovevano svolgere e perfettamente integrati all'ambiente da cui prelevavano la forza motrice.
L'uso del mulino ad acqua, attestata in Europa fin da tempi molto antichi è antecedente all'utilizzo del mulino a vento. Il suo sviluppo è avvenuto parallelamente alla fine della schiavitù a partire dal IX secolo: l'utilizzo dell'energia idraulica al posto di quella animale o umana permise un aumento della produttività senza precedenti nell'antichità (l'energia prodotta da ciascuna ruota di un mulino ad acqua può macinare 150 kg di grano in un'ora, equivalente al lavoro di 40 schiavi). Il mulino ad acqua, così come il mulino a vento, fu soppiantato nel XIX secolo dall'avvento del motore a vapore e, successivamente, dal motore elettrico.
I mulini ad acqua un tempo erano diffusi in tutti i paesi del Trentino, nei pressi di torrenti che permettevano il funzionamento delle loro ruote idrauliche. Diffusa era anche la coltivazione di campi seminati a cereali (frumento, granoturco, grano saraceno, segale, orzo, miglio, avena). I contadini, con cadenza periodica, si recavano al mulino per il loro fabbisogno di farina. Il mulino era un punto vitale di incontro e di socialità, oltre che opificio di grande rilevanza per l’economia locale.